Come superare una crisi di coppia

Come superare una crisi di coppia dopo anni di unione? Ogni coppia attraversa dei momenti difficili e, se riesce a superarli in modo costruttivo allora la relazione diventa più forte e duratura. La crisi di coppia arriva quando il momento difficile si prolunga senza far nulla per affrontare i problemi.

La relazione può uscire rafforzata da una crisi di coppia se questa porta a risolvere i problemi, in modo costruttivo. Quando dallo psicologo arriva una coppia in seduta (per la terapia di coppia) di solito è nel pieno dell’ultima di una serie crisi mai risolte. 

Nella storia di una coppia, i primi momenti problematici sono anche i più innocui e tuttavia la loro intensità e pericolosità cresce con il passare del tempo. Prima o poi almeno uno dei partner si chiederà: quando lasciarsi? Ora? Alla prossima lite? C’è spazio per superare la crisi e andare avanti?

Ma come fare a capire quando una crisi è così insidiosa da mettere in pericolo la relazione?

Quando la coppia va in crisi?

Le motivazioni che portano alla crisi nella relazione possono essere distinte fra interne ed esterne alla coppia.

Motivazioni interne

  • Personalità dei partner. Forte possessività, gelosia e ossessione del controllo sono caratteristiche che minano la libertà e quindi il benessere della coppia. Anche percezione del cambiamento della personalità o del carattere.
  • Squilibrio fra i partner. Di norma le coppie che vanno d’accordo tendono a uniformarsi nel tempo, assumere abitudini comuni, persino modi di dire. Ma questo allineamento può perdersi. A volte la differenze tra i due non hanno i classici tratti dei nodi che vengono al pettine, riguardano invece più il modo di vivere la quotidianità. C’è chi decide di praticare sport e tenersi in forma ma ha un partner che si trascura. C’è poi chi evolve spiritualmente e pratica delle discipline che giovano alla mente, mentre l’altro invece involve e poltrisce davanti alla TV. Queste condizioni generano crisi e incomprensioni.

Altri aspetti per i quali si arriva ad un peggioramento della relazione sono esterni. 

Motivazioni esterne alla dinamica di coppia

  • La nascita di un bambino: questa rompe il ciclo di attenzioni e momenti quotidiani dato che ci si concentra di più sul nascituro.
  • Difficoltà economiche, in letteratura per esempio è noto che le coppie più abbienti abbiano meno crisi (qui una ricerca a supporto). 
  • Malattie o in generale altri stress e notizie negative.
  • Un fattore esterno che trovo spesso fra le motivazioni di crisi è la mancata separazione dalla famiglia di origine. Se lui, per esempio, mantiene un legame troppo stretto con la famiglia d’origine allora possono crearsi delle interferenze che vanno a minare la stabilità della nuova coppia (il classico conflitto suocera-nuora). Le interferenze con la famiglia di origine (i suoceri solitamente) sono spesso dovute alla necessità di tenere i figli in mancanza della possibilità di avere una babysitter o pagare un asilo nido, creando interferenze e togliendo spazi di intimità o creando nuove complicità prima non presenti. 
  • Lunghi allontanamenti, uno dei partner è troppo distante fisicamente. Per necessità di tipo lavorativo le persone vivono delle relazioni a distanza e questo favorisce tradimenti e difficoltà di gestione del rapporto.

I segnali della crisi di coppia e i sintomi da interpretare

La sintomatologia riportata in letteratura (Douglas K. Sneider and colleagues) parla di aspetti comuni alla maggior parte dei casi che io stesso in qualità di psicoterapeuta di coppia ho riscontrato.

  • Mancanza di dialogo. I partner, reduci da esperienze negative nella risoluzione dei conflitti imparano ad evitare le discussioni perché iniziano a credere che sia inutile parlarne. L’inutilità percepita è influenzata da una sorta di “impotenza appresa” nella coppia. I due coniugi o amanti non parlano più tra di loro, anche le conversazioni quotidiane si riducono al minimo proprio per evitare di parlarne.
  • Le coppie in crisi evitano di parlare tra di loro perché il dialogo è considerato inutile e non risolutivo. Spesso incontro delle coppie dove uno o entrambi i partner hanno imparato dalle loro famiglie di origine a non parlare dei problemi. Sperando che il tempo porti una soluzione.
  • Sempre tristi, sempre arrabbiati. Le emozioni prevalenti durante le interazioni fra partner sono di rabbia e tristezza.
  • Mancata risposta alle richieste di attenzione del partner. Nel rapporto che funziona le persone danno e ricevono attenzioni atte alla cura e al mantenimento di buoni rapporti. Queste, quando la crisi incalza vengono a mancare ed è come se le due persone dovessero evitare i contatti. In certi casi le persone mi riferiscono di una “convivenza come se fossimo due inquilini”.
  • Non si fa più sesso nella coppia. Questo dipende molto dalle abitudini della coppia. Diciamo che la sessualità inizia a diminuire perché diminuisce il desiderio a causa dei problemi che non vengono risolti. 
  • Il partner perde la priorità e diventa secondario rispetto ad altri interessi e bisogni, ad esempio si inizia a dare la precedenza ad amici o famigliari (di origine) rispetto al partner (che a sua volta si sentirà trascurato).
  • L’alleanza (quella che Gottman chiama amicizia nella coppia) viene meno. Il partner viene visto in modo neutrale e con indifferenza o come un vero e proprio nemico.

Capire se una storia è finita e non ha futuro

La crisi di coppia può essere superata anche con un esito negativo, rispetto al solito. Di norma si va in terapia di coppia per salvare il rapporto, ma a volte un esito naturale è l’interruzione dello stesso. Lasciarsi in alcuni casi può essere la soluzione migliore per i due individui, perché mancano proprio i presupposti della coppia, cioè di avere qualcosa in comune con l’altro o l’altra.

La decisione può arrivare anche alla fine del percorso di terapia di coppia. Anzi, questo può essere addirittura utile a capire che non esistono più i presupposti e che continuare l’unione può essere solo controproducente.

Quando, anche dopo l’intervento del terapeuta si capisce che stare insieme vuol dire soffrire ed essere infelici, allora è meglio separarsi. Sarà il terapeuta stesso ad un certo punto a suggerire una separazione consensuale.

Un altro motivo per il quale conviene separarsi (o divorziare) è la mancanza di motivazione da parte di uno dei due partner. Attenzione, mancanza di motivazione significa completa mancanza perché in molti casi, anche con una flebile volontà da parte di uno dei due partner, quando poi ci si rende conto che le cose iniziano a funzionare, allora la motivazione per restare insieme si rafforza.

Anche da un punto di vista di dispendio energetico, per una persona è molto più facile recuperare un rapporto che era già in essere che ricominciare tutto da capo.

Consigli per superare una crisi di coppia e ritrovare la serenità

  1. Parlare, aprire ufficialmente la crisi smettendo di ignorarla. Se avete già provato a farlo e non siete arrivati da nessuna parte allora è il caso di cambiare metodo oppure rivolgersi ad uno psicologo di coppia. Ci sono diversi esercizi che agevolano la comunicazione della crisi.
  2. Leggere, informarsi e imparare delle tecniche che portino alla negoziazione e al compromesso. La crisi è punteggiata con litigi e questi devono essere trasformati in dialoghi. Purtroppo nessuno ci insegna come contrattare, dialogare e negoziare. Ci sono tuttavia testi e percorsi che insegnano a farlo. Un primo passo potrebbe essere un manuale di conversazione assertiva. Meglio se questo sforzo è fatto da entrambe.
  3. Cogliendo le occasioni di riconciliazione e riconnessione. Secondo la metafora della banca delle emozioni (qui un video dove la spiego), ogni atto positivo diventa antidoto all’incomprensione. Le occasioni di connessione sono proposte anche nei momenti di crisi dai partner, bisogna tuttavia imparare a distinguerle per cogliere. 
  4. Alimentare il benessere nella coppia. Senza aspettare che sia l’altro a farlo. Alimentare in modo proattivo il bene dell’altro non è risolutivo della crisi ma aiuta a creare il contesto giusto per affrontare il momento problematico nella coppia. Fare qualcosa di concreto per il partner è un modo per promuovere il bene dell’altro.
  5. Bilanciare e riportare equilibrio e parità nella relazione. Quando emerge una disparità la relazione soffre. Nella coppia il rapporto deve essere paritario perché entrambe i partner si sentano valutati e importanti. Il potere nella coppia deve essere fluido e continuamente scambiato. Se c’è una crisi è probabile che il potere sia sbilanciato. Fermarsi e ragionare su questo aspetto è importante perché aiuterà a guidare il cambiamento che porta al riequilibrio dei coniugi. 
  6. Imparare a capire come si comunica e come la comunicazione nella coppia influisca sulla relazione. Un esempio è quello di dire se un’espressione del partner è fonte di dolore, oppure di scusarsi perché ci si è resi conto di essersi espressi in modo brusco e spiacevole. La capacità di parlare della propria comunicazione, di come la si vorrebbe e di come potrebbe essere migliorata diventa fondamentale nel risanamento della crisi di coppia.
  7. Aprendosi alla possibilità di cambiare per primi. Quello che si fa solitamente è pretendere il cambiamento dell’altro. E’ importante assumersi in primis le proprie responsabilità e provare a cambiare aspetti di se stessi per promuovere la risoluzione dello scompenso nella relazione.
  8. Comprendere che siete due persone diverse con una visione diversa della realtà. In seduta faccio fare un esercizio per iscritto. Metto le due persone davanti ad una pianta che ho in studio (o davanti alla sua immagine quando faccio terapia online) e poi faccio confrontare le due descrizioni. Le due descrizioni sono diverse e sembra che rappresentino due oggetti completamente diversi. Questo fa capire come ognuno di noi percepisca la stessa cosa in modi differenti e spiega molte incomprensioni.  Nella coppia in crisi spesso si assiste al fenomeno del negative sentiment override (metti qui il link all’articolo specifico). Questo si riferisce al fatto che comportamenti e fatti di per sé neutri o positivi vengano visti e interpretati in modo negativo dal partner.
  9. Pensandosi come una persona che riesce ad essere autonoma. La paura della separazione porta ad evitare il confronto e il prezzo da pagare è quello di mantenere un legame viziato e condizionato dalla paura.
  10. Se la distanza è cresciuta, coltivare progetti insieme aiuta ad avvicinarsi. La progettualità si configura come un percorso psicologico che crea occasioni di conciliazione. Questi sono magari esterni alla crisi ma aiutano in modo indiretto a risolverla. 

Lascia un commento